testo e messinscena Falk Richter
con Lana Baric, Charline Ben Larbi, Gabriel Da Costa, Mehdi Djaadi, Khadija El Kharraz Alami, Douglas Grauwels, Piersten Leirom, Tatjana Pessoa
drammaturgia Nils Haarmann
coreografia Nir de Volff
scenografia e costumi Katrin Hoffmann
musica Matthias Grübel
video Aliocha Van der Avoort
luci Philippe Berthomé
assistente alla messinscena Chrystèle Ortu
assistente alla scenografia e ai costumi Emilie Cognard
assistente alla messinscena in stage Barthélémy Fortier
traduzione francese Anne Monfort

produzione Théâtre National de Strasbourg
in coproduzione con Odéon – Théâtre de l’Europe Comédie de Genève, Thalia Theater – Hambourg, Noord Nederlands Toneel (NNT) – Groningen, HNK – Croatian National Theatre in Zagreb, Théâtre de Liège et DC&J Créations, Dramaten – The Royal Dramatic Theatre od Sweden, Stockholm – Emilia Romagna Teatro Fondazione
con il sostegno di Goethe Institut Nancy/Strasbourg nell’ambito del progetto Freiraum, Tax Shelter del Governo Federale del Belgio e di Inver Tax Shelter
progetto sostenuto da Istituto Francese nell’ambito del suo programma “Théâtre export”

Le decorazioni e i costumi sono stati realizzati nei laboratori del TNS
Falk Richter è un artista associato del TNS

durata 2 ore
prima nazionale
spettacolo in francese e altre lingue sovratitolato in italiano

Dopo il successo di Je suis Fassbinder, l’autore-regista Falk Richter è chiamato a dirigere il coreografo Nir de Volff, il drammaturgo Nils Haarmann e un gruppo composto da otto giovani attori, danzatori e performer provenienti da diversi paesi europei.
Insieme si interrogheranno sul concetto di identità. Come punto di partenza le storie, le passioni, le biografie degli artisti stessi e la lingua di ciascuno di loro. Singolarmente e collettivamente, essi daranno forma a uno spettro complesso, volontariamente aperto, per rispondere a ciò che potrebbe significare l’idea di identità e comunità nell’Europa di oggi.

A cosa potrebbe somigliare una famiglia oggi? Qual è l’importanza di concetti come l’identità, le origini, la patria, la casa in un’Europa che ha, già in precedenza nel corso della sua storia, pacificamente superato frontiere linguistiche e nazionali ma continua ad essere minacciata dalla paura e dalle crisi e che rischia di ricadere nel nazionalismo e nel populismo di destra? Di quali relazioni, di quali legami siamo fatti? A quali comunità abbiamo la sensazione di appartenere, in quale tipo di comunità vorremmo vivere insieme?
Ho formato un gruppo di attori, danzatori e performer, tutti tra i 20 e i 35 anni, provenienti da diversi paesi europei. Alcuni vivono in Europa ma hanno un’eredità extra-europea: loro stessi o i genitori provengono da vecchie colonie di paesi occidentali e hanno una prospettiva diversa nei confronti dell’Europa attuale. Abbiamo prima lavorato con venticinque artisti, per poi sceglierne otto. Tutti hanno identità complesse, storie di famiglia e di origini che superano le consuetudini nazionali e culturali. Le lingue di lavoro sono state inizialmente il francese e l’inglese: ma poi sono arrivate altre lingue, fra cui il croato, il portoghese, l’olandese e l’arabo.
Quali tracce ha lasciato nella vita di questi giovani performer la storia europea? In quali tipi di famiglia sono cresciuti? Qual è la loro idea di famiglia? Come si vedono abitare un’Europa minacciata dalla paura, dal populismo di destra, dove le democrazie sono sempre più consumate dall’odio e dalla demagogia? Come pensano sarà possibile vivere e affrontare insieme il futuro a venire?

Falk Richter

Falk Richter, biografia

Falk Richter

Falk Richter, nato ad Amburgo nel 1969, è uno dei più importanti autori e registi contemporanei. Dal 1994 lavora per molti famosi teatri nazionali e internazionali, tra cui il Deutsches Schauspielhaus di Amburgo, il Schauspielhaus di Zurigo, il Schauspiel di Francoforte, la Schaubühne e il teatro Maxim Gorki di Berlino, l’Opera di Amburgo, l’Opera Nazionale di Oslo, il Toneelgroep di Amsterdam, il Teatro Nazionale di Bruxelles, il festival musicale Ruhrtriennale, il festival di Salisburgo e il festival di Avignone. Tra i suoi testi più noti, ricordiamo Dieu est un DJ, Electronic City, Sous la glace e Trust. Le sue opere teatrali, specchio di una scottante attualità, sono tradotte in più di trenta lingue e messe in scena in tutto il mondo. Negli ultimi anni ha sviluppato un numero sempre crescente di progetti indipendenti, basati sulle sue stesse opere, in collaborazione con una compagnia di attori, musicisti e ballerini. Con la coreografa Anouk van Dijk, ha dato vita a una serie di progetti che mescolano la danza al teatro e che fondano una nuova estetica, collegando in modo originale testo, musica e danza. Nothing hurts, Trust, Protect me, Ivresse e Complexity of belonging, le loro creazioni comuni, sono rappresentate in tutto il mondo e hanno riscontrato grande successo sulla scena internazionale.

Nel 2013 ha vinto il premio Friedrich-Luft per il suo spettacolo For the disconnected child, una miscela di musica, danza e teatro, concepito alla Schaubühne di Berlino in collaborazione con la Staatsoper im Schillertheater. Nel 2014, mette in scena molte delle sue opere: Small Town Boy al teatro Maxim Gorki di Berlino, ospitato al Teatro Nazionale di Strasburgo nel gennaio 2016; Complexity of Belonging con la compagnia ChunkyMove/Melbourne Theater Company al Melbourne Theatre Festival in Australia; Never forever in collaborazione con il coreografo Nir de Volff alla Schaubühne di Berlino e presentato nel 2015 alla Biennale di Venezia. Zwei uhr nachts è progettato nello Schauspiel di Francoforte, mentre nell’ottobre 2015 viene creato FEAR nella Schaubühne di Berlino.

Falk Richter insegna regia in qualità di professore ospite nella scuola di arte drammatica Ernst Busch di Berlino.

È inoltre un artista associato ai progetti del Teatro Nazionale di Strasburgo da gennaio 2015.

Le due classi della Scuola del Teatro Nazionale di Strasburgo hanno realizzato quattro versioni della sua opera Trust, presentate a Strasburgo nel dicembre 2015.
Nel marzo 2016, Falk Richter progetta Je suis Fassbinder in collaborazione con Stanislas Nordey, nel Teatro Nazionale di Strasburgo. Nello stesso anno crea Città del Vaticano nella Schauspielhaus di Zurigo.
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