di Valeria Raimondi e Enrico Castellani
parole di Enrico Castellani
con (in odine alfabetico) Chiara Bersani, Emiliano Brioschi, Alessio Piazza, Filippo Quezel, Emanuela Villagrossi
musiche originali di Cabeki
produzione Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale, Emilia Romagna Teatro Fondazione
da un progetto di Babilonia Teatri
Durata 1h 30′
Babilonia Teatri è una formazione entrata con passo deciso nel panorama teatrale contemporaneo distinguendosi per un linguaggio che a più voci viene definito pop, rock, punk.
I fondatori del gruppo, Enrico Castellani e Valeria Raimondi, compongono drammaturgie dall’incedere unico, sorta di litanie scolpite nelle contraddizioni dell’oggi, portate in scena con attitudine ribelle. Hanno indagato diverse angolazioni della vita di provincia, cristallizzandola come microcosmo di un dolore universale, affrontato con coraggio dissacrante toccando i nervi scoperti del nostro tempo. Coraggio che è valso al gruppo un prestigioso Leone d’argento all’ultima Biennale di Venezia.
Con David è morto Babilonia ritrae un mondo in cui la vita sa parlare con la morte solo attraverso l’atto drastico del suicidio. Con una scrittura che trova una nuova liricità, senza perdere lo smalto di una certa peculiare durezza, lo spettacolo si compone del racconto post mortem di cinque frantumati personaggi che, sopraffatti dall’eco mostruosa di un oggi senz’anima, hanno optato per la scelta oscura. Il suicidio, l’elimininazione della vita dal corpo, non spegne le anime di David, Iris, dei loro genitori e del rocker Alex, che vengono a dirci come siamo, visti dal di là.
La ferocia con la quale questo nucleo artistico riesce a toccare i punti dolenti dell’esistenza contemporanea è talmente dotata di umanità da tramutarsi in una forma di violenta tenerezza. Le nostre paure, i vuoti provocati dall’opulenza, la luce livida del potere dei media, trapassano il filtro visionario offrendo al teatro la possibilità di ritrovare, attraverso il tema della morte, lo spessore di un respiro vitale.
È un teatro che si compone di esuberante energia fisica, declinata anche in forme inaspettate, e che procura allo spettatore stesso una reazione di empatica ed emotiva fisicità. Ci si sente presi alla gola, strozzati nel sorriso, accecati nel riconoscersi.
«David è morto è il racconto di una provincia lasciata a se stessa, dove si corre per non sapere quel che si lascia alle spalle, per non vedere quel che c’è attorno, per continuare a sognare un traguardo che non c’è. David è morto è il racconto di cinque morti che parlano. Sono cinque epitaffi di una moderna Spoon River. Chi si racconta da morto non ha nulla da perdere né da nascondere. Così sono i protagonisti della nostra storia. Diretti e spietati come lupi mannari alla ricerca di cibo. Alla ricerca di un senso che hanno perduto.
David è morto è un epitaffio cantato. È il sogno di un musical postumo. È la creazione di miti che dalle nuvole si affacciano sulla terra per gioire della loro gloria post mortem. È un successo d’oltretomba. Il primo posto nella classifica della fine. La hit di un successo tumefatto e agrodolce. Nauseabondo come ketchup andato a male. Come cipolle senza lacrime. Come solletico su lastre di marmo chiamate lapidi».
Per creare il cast di questo lavoro, Babilonia Teatri ha lanciato una chiamata pubblica chiedendo, agli attori interessati, la creazione di brevi ‘autoritratti’ video. Sono arrivate 285 candidature attraverso le quali i due registi hanno potuto cogliere motivazioni e potenzialità degli artisti in gioco, fino a selezionare i cinque interpreti che oggi vediamo in scena, a comporre un ensemble in cui s’intrecciano estrazioni, esperienze e generazioni diverse.