di Li Meini
basato sul dramma “Faust: prima parte” di Johann Wolfgang Goethe
traduzione Fabrizio Massini

progetto e regia Anna Peschke
aiuto regia Xu Mengke
musiche originali composte da Luigi Ceccarelli, Alessandro Cipriani e
Chen Xiaoman

scene Anna Peschke
luci Tommaso Checcucci
costumi Akuan
trucco Li Meng
materiali scenici Li Jiyong
trucco e acconciature
Ai Shuyun, Li Meng
coreografie
Zhou Liya, Han Zhen

con
Liu Dake nel ruolo di Faust
Xu Mengke nel ruolo di Valentino
Wang Lu nel ruolo di Mefistofele
Zhang Jiachun nel ruolo di Margherita

musicisti
Vincenzo Core (chitarra elettrica ed elaborazione elettronica)
Wang Jihui (jinghu)
Niu LuLu (large gong)
Laura Mancini (percussioni)
Ju Meng (yueqin)
Giacomo Piermatti (contrabbasso)
Wang Xi (bangu)

direttore tecnico Robert John Resteghini
capo macchinista Massimo Abbondanza
macchinista Alfonso Pintabuono
capo elettricista Tommaso Checcucci
fonico Giampiero Berti
truccatrice Li Meng
sarta Li Jian

assistente alla regia Martina Agostini
Elementi scenici costruiti nel laboratorio di Emilia Romagna Teatro da Gioacchino Gramolini
Foto di scena Zhang Xinwei

Emilia Romagna Teatro Fondazione / China National Peking Opera Company

Durata 1 ora e 30 minuti
Prima assoluta
Spettacolo in cinese con sovratitoli in italiano

Si ringrazia per la collaborazione Confucio Institute

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Obiettivo della regista tedesca Anna Peschke è quello di creare uno slancio originale verso la creazione di un nuovo linguaggio fra Oriente e Occidente. Una sfida che irradia diversi aspetti, dall’avvio fertile di un rapporto pensato con la China National Peking Opera Company, alla potenzialità insita nel cercare nell’alfabeto gestuale e musicale di quel linguaggio, vie espressive scardinanti per la visione scenica occidentale.
Allieva del regista teatrale e compositore Heiner Goebbels, Anna Peschke (classe 1978) ha già realizzato un Woyzeck con lo stesso gruppo di attori e ora si appresta a indagare l’opera di Goethe sedimentandone le tensioni nei ‘tipi’ di questo teatro surreale ed evocativo. Lì dove l’Occidente perde la parola può entrare in gioco l’espressività rituale dell’Oriente e dove la rigidità della tradizione orientale si farà scalfire emergeranno pieghe di senso e di espressività rivitalizzanti per la comprensione contemporanea. 

 

Il progetto è basato sul dramma Faust: prima parte della tragedia di Johann Wolfgang Goethe (1749-1832), pubblicato per la prima volta in Germania nel 1808 e considerato il capolavoro fondamentale della letteratura tedesca.
Guo Moruo (1892-1978) pubblicò l’intero dramma per la prima volta in cinese nel 1928. Da allora è stato diffuso come testo di letteratura occidentale, studiato poi nelle università, raggiungendo il grande pubblico di lettori e appassionati. Nel 2010, durante un convegno, lo specialista cinese in studi tedeschi Zhang Yushu dichiarò: «Goethe sente, pensa e agisce come un poeta mandarino cinese». Questa frase testimonia la legittimità di un ponte tra la cultura tedesca e la cultura cinese, il cui filo conduttore è il dramma Faust. Sebbene gli avvenimenti siano ambientati nel 1500, in realtà la trama è senza tempo, indipendente dalle epoche, proprio per la sua universalità.
Come regista, la mia sfida principale risiede nel lavorare con gli attori della compagnia China National Peking Opera Company: questi performer possono raccontare un’intera storia con i movimenti, attraverso la danza e le azioni. Tra le peculiarità della dura educazione dell’Opera di Pechino, c’è infatti l’insegnamento della facoltà di comunicare tutto tramite il corpo e la mimica, senza l’uso della parola.
Il testo, in lingua cinese, è stato rielaborato in collaborazione con un drammaturgo della Compagnia di Pechino, che ha scritto i versi in musica in modo da mantenere intatta la forma tradizionale.
L’obiettivo è interpretare il capolavoro di Goethe attraverso il canale comunicativo del genere operistico, lavorando in stretto contatto con gli attori della Compagnia dell’Opera di Pechino e combinando le forme espressive del genere tradizionale con gli elementi del teatro tedesco e con la performing art.
Il risultato a cui miro è l’emersione di una performance sperimentale e interculturale, un interagire di forme di teatro diverse. Tale connessione crea legami importanti per una reciproca comprensione culturale, arricchendo il dialogo tra la cultura tedesca e cinese.
Anna Peschke

Anna Peschke, biografia

Anna Peschke

Alla fine del 2009 conclude i suoi studi di Scienze teatrali applicate a Gießen (Germania) con il massimo dei voti.
Da allora lavora in Europa e in Asia come regista per progetti di teatro indipendente che attraversano i confini tradizionali dei generi, trovando nuove forme nelle intersezioni di teatro, installazioni, arte visiva e concerto scenico.
Dal 2012 opera anche nell’ambito dell’opera cinese, in particolare del genere jīngjù.
Nel 2015 ha vinto il “Premio per il teatro e la danza della città di Stoccarda e della provincia di Baden-Württemberg“, che si aggiunge al “Berlin Award of Opera“ ottenuto nel 2011.

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