ideazione e performance Belarus Free Theatre
performers, ideazione e contributi Pavel Haradnitski, Kiryl Kanstantsinau, Michal Keyamo, Stephanie Pan, Francesco Petruzzelli, Jeremy Proulx, Maryia Sazonova, Nastassia Shcherbak, Ibrahim Shote, Philippe Spall, Andrei Urazau, Eleanor Westbrook
contributi aggiuntivi Viktoryia Biran, Siarhei Kvachonak, Josh Coates, Franziska Haberlach and Patrick Walshe McBride
direzione, testo e scene Nicolai Khalezin
produttore esecutivo e co-writer Natalia Kaliada
compositore e musicista Arkadiy Yushin
secondo compositore e musicista Ignatius Sokol
produttore e dramaturg Fenella Dawnay
video e disegno luci Andrew Crofts
design del suono David Gregory
regia prove e movimenti Bridget Fiske
codirettore movimenti Maryia Sazonova
disegno costumi e musiche aggiuntive Stephanie Pan
manager di produzione Tom Cotterill
direttore di scena Svetlana Sugako
assistente regia Nadia Brodskaya
operatore suono Nick Humphrey
operatore luci Siarhei Kvachonak
assistenti alla direzione di scena Franziska Haberlach, Josh Coates and Patrick Walshe McBride
Team di ricerca:
Australia, Nigeria, Bangladesh e India Bridget Fiske e Andrew Crofts
Brasile e Marocco Nicolai Khalezin e Natalia Kaliada
Bielorussia (zone contaminate da Chernobyl) Viktoryia Biran, Pavel Haradnitski e Andrei Urazau
Sud Dakota, USA Arkadiy Yushin
Morecambe Bay Josh Coates
Tryweryn Valley, St Kilda, Maldive e Siria Patrick Walshe McBride
Somerset Eleanor Westbrook
Siria, Iraq, e Sri Lanka Franziska Haberlach
coproduzione Belarus Free Theatre e Young Vic
commissionato da LIFT e Melbourne Festival. Presentato come parte del LIFT 2014 Festival e della rete Imagine 2020, supportato dal Programma Cultura dell’Unione Europea
reso possibile da Falmouth University’s Academy of Music & Theatre Arts
con il supporto di National Lottery per Arts Council England.
Le repliche a VIE Festival sono state realizzate in collaborazione con l’Associazione Cadmo – Roma che presenta lo spettacolo al Teatro Vascello di Roma il 21 e 22 ottobre per “Le vie dei festival”
Durata 1 h 30’
Spettacolo in inglese con sottotitoli in italiano
Un grande ritorno quello del Belarus Free Theatre, la compagnia di Minsk costretta ad abbandonare la Repubblica Bielorussa a causa della persecuzione politica, che presenta qui il nuovo lavoro che ha da poco debuttato al LIFT di Londra.
Il progetto del Belarus Free Theatre si pone come vera e propria resistenza teatrale alla violenza del potere nella Bielorussia di oggi, una delle ultime dittature esistenti in Europa. Contro-informazione, politica messa in scena, teatro-giornale: sono solo alcuni degli ingredienti che connotano l’attività della compagnia, fondata a Minsk nel 2005 per volere del drammaturgo e giornalista bielorusso Nikolai Khalezin e della produttrice teatrale Natalia Koliada, cui si è successivamente unito il regista Vladimir Scherban.
L’impegno politico è valso loro il Premio dei Diritti dell’Uomo della Repubblica Francese, unica istituzione culturale a riceverla. L’attività del Belarus Free Theatre ha trovato il pieno appoggio e sostegno di personalità eccellenti del teatro e della vita pubblica internazionale come Vaclav Havel, Mick Jagger, Arthur Kopit, Mark Ravenhill, Tom Stoppard e del Premio Nobel Harold Pinter a cui la compagnia ha dedicato un lavoro presentato a VIE qualche anno fa insieme ad altri 4 spettacoli del Belarus, che hanno incantato ed emozionato il pubblico del Festival.
Red Forest raccoglie una nuova ed epica leggenda per il ventunesimo secolo, realizzata collezionando straordinarie storie vere provenienti da tutto il mondo che si intrecciano con il linguaggio video e con un’ipnotica musica live. Per più di tre settimane, la compagnia ha viaggiato in diverse parti del mondo per raccogliere una ricerca intensiva sulla dimensione e l’entità dei cambiamenti climatici e sui danni ambientali: parte di questa ricerca è stata registrata in interviste e filmati visibili al link http://www.belarusfreetheatre.com/uncategorized/the-stories-behind-red-forest/
Aisha è in fuga: costretta ad abbandonare il suo villaggio e dare alla luce il suo bambino nel Sahara, è in viaggio alla ricerca di un rifugio. Ma per trovarlo dovrà superare la terribile crudeltà della natura e dell’uomo. Il Belarus Free Theatre riporta il suo sguardo inflessibile su tematiche di portata globale creando un racconto popolare contemporaneo per un mondo globalizzato.
Durante il nostro lavoro su Red Forest, la sfida principale è stata quella di creare immagini visive basate sul materiale che è stato raccolto durante numerose spedizioni in tutto il mondo; l’obiettivo era quello di non usare la comunicazione verbale o per lo meno di cercare di utilizzarla il meno possibile. Tutto questo per presentare il dolore degli esseri umani attraverso il movimento, le risoluzioni fisiche ed emozioni.
All’inizio del lavoro il genere deciso per questa performance era epico, ma durante il processo di creazione della performance è stato creato un nuovo genere: anti-epico. Analizzando centinaia e centinaia di storie di persone costrette a fuggire dalle loro case a causa dei cambiamenti climatici e delle guerre, ci siamo resi conto che i rifugiati non sono in grado di fare cose eroiche, come fanno gli eroi in un poema epico, al contrario possono solo reagire alla situazione in modo dinamico, per cercare di sopravvivere e continuare la loro corsa. Protagonista della performance è Aisha, una rifugiata della Liberia, che ha assistito alla morte dei suoi genitori e di suo marito.
Un’altra grande sfida durante la creazione della performance era quella di unire la storia di Aisha alle altre storie di persone in tutto il mondo in situazioni analoghe. Non abbiamo cercato volontariamente i continui cambiamenti di contesto nella performance, ma ancora una volta è stato il desiderio di rompere il silenzio del dolore umano attraverso la presentazione di un intero spettro di tragedie creato dalla cupidigia delle grandi aziende, dell’indifferenza umana e della crudeltà.
Nicolai Khalezin