di Elfriede Jelinek
traduzione Luigi Reitani
di e con Chiara Guidi
musiche di Daniele Roccato eseguite al contrabbasso dall’autore
e Filippo Zimmermann
Socìetas Raffaello Sanzio e Festival Focus Jelinek
Nuvole.Casa rientra nel progetto Favole del potere – Elfriede Jelinek nelle biblioteche – nato dal confronto tra Chiara Guidi e Elena Di Gioia – e appositamente creato per il Festival Focus Jelinek
Durata 40′
Prenotazione obbligatoria
Chiara Guidi, anima del ritmo drammaturgico e della composizione vocalica della Socìetas Raffaello Sanzio che ha fondato assieme a Romeo e Claudia Castellucci nel 1981, allestisce Nuvole.Casa della scrittrice tedesca Elfriede Jelinek premio Nobel per la letteratura nel 2004. Nell’opera della Jelinek le parole si accumulano, strati su strati, come mattoni per la costruzione di una casa. Sono parole tratte da Hölderlin, Heidegger, Fichte, Kleist e da lettere della RAF del 1973-1977 che la scrittrice prende, solleva e sposta dal libro nel quale si trovano per collocarle nel suo libro. Al pubblico non resta che lasciarsi andare alla musicalità delle frasi dense di significato ma spesso oscure che arrivano da una voce sotterranea, grave come quella del contrabbasso che conferisce coesione all’intero corpo dell’opera.
Jelinek entra nel linguaggio come se entrasse in una casa e lì, provocatoriamente, eleva un inno al sacro suolo tedesco e ribadisce quel ‘noi’ che ricorre insistentemente come un metronomo, scandendo i flussi e riflussi della storia e dell’umanità. “Nuvole.Casa è una favola del potere” afferma Chiara Guidi “Ne conosciamo le vittime, gli orrori dettati dall’emblema dell’atroce ‘purezza’, ancor prima di leggere il libro. La storia ci è nota a priori. Eppure, nel libro della Jelinek ciò che conosciamo prende la forma di un enigma che è la promessa di un mutamento. Per scrivere il suo libro Jelinek strappa le pagine di alcuni libri e le affida al ritmo della composizione. Strappa anche la parola che forma il titolo che originariamente indica il ‘Paese della cuccagna’: Wolkenkuckucksheim. Ne esclude una parte: kuckuck che significa cuculo, mentre la prima parte e l’ultima significano rispettivamente nuvole e casa. Un Wolkenkuckucksheim è il luogo della fantasia, ma nuvole e casa senza il cuculo non si armonizzano e restano in tensione. In questa tensione c’è l’attesa di una promessa: la bellezza di un mondo ideale che l’arte cerca sia rielaborando ciò che è realmente accaduto, sia riconsegnandolo alla forza concreta del presente attraverso la disarticolazione di parole e gesti della memoria”.
Chiara Guidi
Fondatrice nel 1981 insieme a Romeo e Claudia Castellucci della Socìetas Raffello Sanzio, Chiara Guidi è stata anima del ritmo drammaturgico e della composizione vocalica degli spettacoli della compagnia, firmando diverse regie e curando la ricerca sulla parola recitata di ogni attore.
Con la Socìetas Chiara Guidi ha realizzato spettacoli che hanno girato tutto il mondo nei principali festival e teatri internazionali: Santa Sofia (1986), La Discesa di Inanna (1989), Gilgamesh (1990), Amleto. La veemente esteriorità della morte di un mollusco (1992), Masoch. I trionfi del teatro come potenza passiva, colpa, sconfitta (1993); quindi Orestea (una commedia organica?) (1995), Giulio Cesare (1997), Genesi (1999), Voyage au bout de la nuit (1999) tratto da Louis Ferdinand Celine e Il Combattimento, opera di teatro musicale di Claudio Monteverdi e Scott Gibbons.
Autrice e regista di un teatro sonoro, ha inoltre, fin dagli anni anni Novanta, dato vita a un’intensa esperienza di arte condivisa con i bambini all’interno del suo percorso di analisi del rapporto tra voce e infanzia, con opere come Hänsel e Gretel (1993), Buchettino (1994) e Pelle d’Asino (1998). E’ del 1998 il Premio Speciale Ubu per La Scuola Sperimentale di Teatro Infantile, da cui derivano i due saggi in forma di cronaca Diario della Scuola Sperimentale di Teatro Infantile 1° e 2° e gli omonimi video.
Per la Tragedia Endogonidia (2002-2004), Chiara Guidi ha curato la composizione drammatica, sonora e vocale degli undici Episodi che compongono il ciclo, e prendono il nome da altrettante città, in una gigantesca ricapitolazione del tragico vissuta e patita nell’attualità e sotto la pressione del futuro.
Dopo la Tragedia Endogonidia, la Socìetas Raffaello Sanzio segue una specificazione individuale del lavoro da parte degli artisti fondatori, e Chiara Guidi sviluppa una personale ricerca sulla voce come corpo, azione, disegno e sull’esperienza che se ne può fare, nell’ascolto della sua grana ma anche nella costruzione, attraverso essa, di un tempo e di uno spazio. Dal 1999 ha iniziato una collaborazione con il compositore statunitense Scott Gibbons, insieme al quale ha fondato per alcuni anni un laboratorio permanente di composizione sonora e vocale e condotto diversi workshop, tra cui Vox in tragoedia (2002) presso il MCA di Chicago e ha realizzato lo spettacolo/concerto The Cryonic Chants (novembre 2004). Nel 2007 ha coordinato il Corso di Alta Formazione “Il verso, il suono articolato, la voce” di Emilia Romagna Teatro Fondazione, cui è seguita un’opera di teatro musicale che riprende il modulo del madrigale e del recitare cantato intitolata Madrigale appena narrabile. Concerto per sedici voci e un violoncello (2007). Nel 2008 ha condotto, ancora per ERT, il Corso di Alta Formazione “Tecniche di vocalità molecolare” presentando a conclusione lo studio Night must fall (Festival Vie, Modena 2008). Del suo percorso di ricerca fanno inoltre parte lo spettacolo Flatlandia (2008), lettura drammatica e musicale del racconto di E. Abbott, e i progetti L’ultima volta che vidi mio padre e Ingiuria, con Alexander Balanescu, Blixa Bargeld e Teho Teardo.
Chiara Guidi ha partecipato a numerose discussioni di teoria del dramma e ha tenuto conferenze presso Centri teatrali europei e in alcuni Atenei tra cui Roheampton University (2003 e 2004) e Laban Theatre di Londra (2004). Nell’anno accademico 2004-2005 ha insegnato regia teatrale presso lo IUAV di Venezia. Nell’anno 2006 ha diretto diversi workshop in Giappone sulla recitazione vocale, presso Setagaja Public Theatre Studio, Tokyo.
Assumendo il suono come paradigma, attraverso il quale avere un’esperienza pratica e sensoriale della realtà e del suo doppio, Chiara Guidi cura a partire dal 2008 la direzione artistica di “Màntica. Esercizi di voce umana”, un programma di teatro e musica al Teatro Comandini di Cesena, che estende l’orizzonte della sua ricerca personale a artisti e musicisti del panorama contemporaneo caratterizzati dalla medesima tensione, nell’elaborazione artistica del suono e della voce. Allo stesso modo ha diretto l’edizione 2009 del festival Santarcangelo dei Teatri, all’interno del progetto triennale condiviso con Enrico Casagrande/Motus (2010) e Ermanna Montanari/Teatro delle Albe (2011).
Chiara Guidi conduce tutt’ora un percorso di ricerca parallelo nell’ambito della relazione fra teatro e infanzia: lo spettacolo Buchettino (1994), tratto “Le Petit Poucet” di Charles Perrault, ha incontrato bambini di tutti i continenti, e ne esistono oggi versioni riproposte da compagnie locali in Giappone, Taiwan, Chile, e Danimarca (2011), di cui Chiara ha curato la regia. Conduce nell’ambito di un progetto triennale, dal 2010 al 2013, il workshop per artisti e bambini dal titolo L’arte del gioco nel recinto del testo fiabesco presso il Campbelltown Arts Center, in Australia. Nel 2010 ha prodotto lo spettacolo Bestione, ideato e creato con l’Artista visivo e Performer Davide Savorani, e nel 2011 L’Uccello di Fuoco, con il theremin di Massimo Simonini e Silvia Tarozzi al violino, opere in cui i bambini sono chiamati a essere nello stesso tempo spettatori e attori di un teatro che traduce immediatamente in atto le parole. Per il pubblico infantile inaugura nel 2011 Puerilia, festival di puericultura teatrale che si tiene al Teatro Comandini, sede storica della Compagnia. Nel 2012 produce con Ermanna Montanari, Teatro delle Albe, lo spettacolo Poco lontano da qui, e per un pubblico di adulti e bambini crea La Bambina dei Fiammiferi, con il pianista Fabrizio Ottaviucci. Nel 2013 ottiene il Premio al Maestro, premio Nico Garrone, e il Premio speciale UBU per la ricerca e i festival Màntica e Puerilia.